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IDILLICAMENTE E SOAVEMENTE BEATRICE

IDILLICAMENTE E SOAVEMENTE BEATRICE – acrilico e foglia oro su tela 50*70-2022

L’opera è dedicata alla personalità di Beatrice Portinari

Descrizione

L’opera è dedicata alla personalità di Beatrice Portinari

Tutti la conoscono semplicemente come Beatrice, ma Beatrice Portinari in vita fu molto di più: fu la musa, e il vero amore, di Dante Alighieri, tanto che il poeta, dopo la sua morte prematura, la rese immortale trasformandola in una figura angelica nel Paradiso della Divina Commedia.
Beatrice è stata la principale fonte di ispirazione per La Vita Nuova di Dante Alighieri ed è anche una delle guide che appaiono ne Il Paradiso, il terzo canto de La Divina Commedia.La vita di questa famosa nobildonna, resa immortale dal papà della lingua italiana dopo la sua morte prematura, è ancora oggi avvolta nel mistero.
Per molti anni i letterati, così come gli storici, hanno dibattuto sulla sua identità, ma oggi non solo conosciamo il suo nome, ma anche parte della storia di Beatrice Portinari, la donna che non solo catturò il cuore del celebre poeta, ma venne trasformata in un angelo nel suo Paradiso.
Beatrice era il vero amore di Dante. Nella sua Vita Nuova, il poeta rivela di aver visto Beatrice per la prima volta quando suo padre lo portò a casa dei Portinari per una festa del Primo Maggio.
Erano solo due bambini: lui aveva nove anni, mentre lei otto. Dante però ne fu subito colpito e non la dimenticò mai, anche se poi sposò un’altra donna .Secondo la tradizione Dante e Beatrice erano anche vicini di casa fuori dalle mura di Firenze, vicino alla collina di Fiesole, dove le famiglie Portinari e Alighieri avevano due vicine ville estive.
È plausibile che Dante e Beatrice si siano incontrati da bambini anche lì.
Dante avrebbe reincontrato Beatrice, in modo inaspettato, nove anni più tardi: la giovane donna, vestita di bianco e accompagnata da due donne anziane, camminava sul Lungarno.
Quando lo vide, lei si voltò e lo salutò. Dante, per contro, scappò via senza dire una parola.
Il suo saluto lo riempì di tale gioia che si ritirò nella sua stanza a pensare a lei. Così facendo, si addormentò e fece un sogno che sarebbe diventato il soggetto del primo sonetto de La Vita Nuova.In seguito ci furono altri due brevi incontri tra i due: uno nella chiesa di Santa Margherita dei Cerchi e uno ad un banchetto di nozze.Dopo la morte di Beatrice, Dante si ritirò in uno studio intenso e iniziò a comporre poesie dedicate alla sua memoria.
La raccolta di queste poesie, insieme ad altre che aveva scritto precedentemente nel suo diario in soggezione di Beatrice, diventò La Vita Nuova, un’opera in prosa intrecciata con versi.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo all’anima: Sospira.
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